Bambino plurilingue: la lettura
Nostra figlia di otto anni è una bambina plurilingue. Parla e legge in quattro lingue. Come abbiamo fatto a insegnarle a leggere? È stato un percorso di apprendimento semplice? È superdotata? Ha avuto delle difficoltà? Queste sono alcune delle domande che le persone si pongono e ci pongono.
Come abbiamo fatto?
Fin dalla nascita nostra figlia è stata esposta a tre diverse lingue: inglese, francese e italiano, alle quali in seguito si è aggiunto lo spagnolo. Per noi è sempre stato importante che la bambina apprendesse le nostre lingue madri, ossia l’inglese e il francese, insieme alla lingua parlata nel Paese di residenza, ovvero prima l’italiano, e poi lo spagnolo.
Mi sono pertanto sempre rivolta a lei in francese, e Adam in inglese. La lingua neutrale era l’italiano, al quale il suo orecchio è sempre stato abituato. Frequentando l’asilo nido a Roma, si è abituata a comunicare in questa lingua, tanto che le sue prime parole sono state proprio in italiano. Con il trasferimento in Spagna, lo spagnolo è diventato la lingua della socializzazione: scuola, negozi, amici, attività ecc.
Spesso si afferma che i bambini plurilingui presentino delle difficoltà e dei ritardi nell’imparare a parlare e che parlino poco.
È al contempo vero e falso. È vero se si fa riferimento al numero di parole che il bambino conosce in una sola lingua, ma è falso se si prende in considerazione l’insieme delle lingue. Ad esempio, un bambino monolingue di tre anni conterà fino a 10, mentre un bambino plurilingue probabilmente si fermerà a 5, ma conterà fino a 5 in diverse lingue. Alla fine ci si rende conto che il bambino plurilingue conosce più parole. Non è quindi in ritardo, tutt’altro.
Non dimentichiamo che il vocabolario di ogni individuo si sviluppa grazie alla lettura.
Più si legge, più si imparano parole nuove.
Per questo non ci siamo mai preoccupati per nostra figlia. Non ci importava che lei a tre anni parlasse meno dei suoi compagni di classe. Certo, ci è stato consigliato di accantonare le altre lingue e ci è stato segnalato come la bambina costruisse le frasi in maniera un po’ confusa. Sappiamo bene come la gente abbia la critica facile, a maggior ragione quando si fa qualcosa che va al di là degli schemi.
Cosa abbiamo fatto?
Molto semplicemente, abbiamo ignorato queste persone! Il plurilinguismo è un’opportunità ed è sinonimo di apertura mentale. Ed è vero, diventare plurilingue non è immediato e no, non lo si diventa in automatico. Abbiamo accompagnato nostra figlia. Essere un bambino plurilingue non è semplice. Quando si sentiva frustrata perché non riusciva a esprimersi correttamente noi l’abbiamo sempre rassicurata e incoraggiata.
Ma come ci siamo riusciti?
Abbiamo letto tantissimo insieme a lei. Ma non solo. Abbiamo viaggiato, abbiamo trascorso del tempo con le nostre famiglie nel Regno Unito e in Francia. In poche parole, le abbiamo fatto comprendere l’importanza delle lingue: comunicare con la sua famiglia, giocare con i cugini e le cugine, incontrare altri bambini all’aeroporto e poter giocare con loro, visitare un museo. Una volta consolidata la conoscenza orale, abbiamo integrato poco a poco con la lettura. Per l’inglese, Adam ha utilizzato il metodo fonetico di Biff, Chip & Kipper, mentre per il francese ho seguito il metodo sillabico di Boscher.
Abbiamo deciso di cominciare a insegnarle a leggere all’età di cinque anni, in modo che in prima elementare la bambina potesse concentrarsi sullo spagnolo. All’inizio della scuola sapeva leggere alcune frasi in inglese e francese e soprattutto riconoscere i suoni di queste due lingue. Durante una riunione con la maestra in prima elementare, abbiamo deciso di comune accordo di sospendere l’apprendimento della lettura in inglese e francese per dedicarci in tutto e per tutto allo spagnolo. Nel secondo quadrimestre sapeva leggere in spagnolo. Alla fine dell’anno scolastico, era in grado di leggere un libro in spagnolo in completa autonomia.
È sempre cresciuta in una casa piena di libri e ci ha sempre visti leggere. Questa è una delle chiavi per trasmettere ai bambini la passione per la lettura, non nascondiamocelo! È così che la libreria Picasso di Granada è diventata uno dei suoi negozi preferiti e la sua stanza si è trasformata in una biblioteca.
All’età di 6 anni parlava spagnolo, inglese, francese e italiano e leggeva fluentemente in spagnolo.
E la lettura nelle altre lingue?
Lì c’è stato bisogno di insistere. Ma attenzione, non in maniera autoritaria. Non l’abbiamo mai forzata, soltanto accompagnata. Esattamente come per l’espressione orale, abbiamo dovuto farle comprendere l’importanza della lettura nelle altre lingue e che acquisire questa capacità le avrebbe aperto un mondo.
Abbiamo iniziato reintroducendo l’inglese. Conosceva già i suoni e studiava l’inglese a scuola ma era necessario riuscire a trovare il libro giusto, il libro che facesse scattare la scintilla. Adam si è messo alla ricerca, chiedendo consiglio alla famiglia e agli amici per sapere cosa leggessero i loro figli. Ha mostrato a nostra figlia le copertine dei libri e letto i riassunti insieme a lei. L’ha guidata. E ha funzionato. Il primo vero libro che ha letto in inglese è stato Baby Aliens Got My Teacher di Pamela Butchart.
Da quel momento ha iniziato a leggere sia in spagnolo che in inglese. In maniera fluente, senza alcuno sforzo, alternando a suo piacimento. Leggeva ciò che le capitava sotto mano.
E il francese in tutto questo?
Dopo lo spagnolo e l’inglese abbiamo ripreso la lettura anche nella nostra amata lingua di Molière, con tutte le sue difficoltà. Avevo recuperato i miei vecchi libri della Bibliothèque Rose da casa di mia madre, che mi sembravano perfetti. Ma mi sbagliavo, per due motivi principali: primo, non era stata nostra figlia a scegliere il libro e secondo, il francese utilizzato aveva un che di antiquato. Non leggeva volentieri. Finché ero io a leggere per lei, le piaceva, ma quando arrivava il suo turno, si bloccava e si lamentava delle difficoltà della lingua: le liaison, i suoni, bla bla bla.
Ho lasciato stare per qualche mese. Poi l’ho iscritta a J’aime lire (la versione francese di Vitamina) e a Images Doc (rivista francese per bambini sull’attualità simile a Focus Junior) e abbiamo ripreso la lettura attraverso questo doppio abbonamento. E ha funzionato. Grazie a J’aime Lire ha scoperto Tom-Tom e Nanà e l’universo dei fumetti: Asterix, Topolino, Spirou e Fantasio e soprattutto Tintin! Ha letto l’intera serie di Tintin nel giro di pochi giorni!
E l’italiano?
L’apprendimento della lettura in italiano è stata facilitata dal contatto con le diverse baby-sitter madrelingua. In questo caso il fatto di sapere già leggere in spagnolo ha rappresentato un enorme vantaggio: è stato infatti sufficiente imparare a riconoscere qualche fonema che presenta delle differenze nella pronuncia (per esempio, ch che si pronuncia k). Adora leggere Topolino in italiano.
Ecco come nostra figlia ha imparato a leggere in quattro lingue. Non è stata una passeggiata e molte persone hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’impresa: le due nonne, mamie e nanny, che l’hanno sempre incoraggiata, e le diverse baby-sitter italiane, inglesi e francesi. È stato un vero e proprio lavoro di squadra. Avremmo potuto lasciare stare e concentrarci unicamente sulla lettura in spagnolo.
Ma abbiamo voluto darle la possibilità di tuffarsi e immergersi in un mondo plurilingue che andasse oltre la mera capacità di comunicazione orale.
Oggi i risultati sono tangibili. Attraverso la lettura il suo vocabolario si è arricchito enormemente in ogni lingua e sta scoprendo che dietro alle parole si celano intere culture. Mi racconta per ore e ore delle avventure di Tintin, del Capitano Haddock e del Professor Tornasole. Grazie alla lettura abbiamo potuto affrontare alcuni temi come il colonialismo e approfondirne altri come la conquista dello spazio.
Quale sarà il prossimo passo?
Mi piacerebbe leggere Harry Potter in versione originale insieme a lei (il sogno di ogni fan che si rispetti). Per il momento si rifiuta perché dice che fa paura. Il giorno in cui mi dirà “Mamma, leggiamo il primo capitolo insieme”, so già che non potrà fare a meno di continuare a leggere da sola non appena ci gireremo dall’altra parte! La nostra bambina plurilingue è letteralmente diventata una divoratrice di libri.
E la più piccola?
Per il momento siamo nella fase dei versetti e dei gorgoglii. È esposta a quattro lingue. Come abbiamo fatto con la sorella maggiore, cercheremo di insegnarle a comunicare e a leggere nelle diverse lingue. E come per la sorella maggiore, non la forzeremo. Può darsi che dovremo modificare il nostro metodo in futuro. Chi lo sa? Il percorso di apprendimento è diverso per ogni individuo, proprio come ogni bambino. Ed è giusto che sia così.