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Blog Multiculturale

Plurilinguismo e multiculturalismo

Bambino plurilingue: la lettura

  • 18/06/202020/06/2020
  • da Coralie Neuville

Nostra figlia di otto anni è una bambina plurilingue. Parla e legge in quattro lingue. Come abbiamo fatto a insegnarle a leggere? È stato un percorso di apprendimento semplice? È superdotata? Ha avuto delle difficoltà? Queste sono alcune delle domande che le persone si pongono e ci pongono. 

Come abbiamo fatto?

Fin dalla nascita nostra figlia è stata esposta a tre diverse lingue: inglese, francese e italiano, alle quali in seguito si è aggiunto lo spagnolo. Per noi è sempre stato importante che la bambina apprendesse le nostre lingue madri, ossia l’inglese e il francese, insieme alla lingua parlata nel Paese di residenza, ovvero prima l’italiano, e poi lo spagnolo.

Abbiamo perciò adottato il famoso metodo una lingua – una persona.

Shakespeare and Company a Parigi
Nostra figlia franco-britannica davanti alla libreria inglese più famosa di Parigi

Mi sono pertanto sempre rivolta a lei in francese, e Adam in inglese. La lingua neutrale era l’italiano, al quale il suo orecchio è sempre stato abituato. Frequentando l’asilo nido a Roma, si è abituata a comunicare in questa lingua, tanto che le sue prime parole sono state proprio in italiano. Con il trasferimento in Spagna, lo spagnolo è diventato la lingua della socializzazione: scuola, negozi, amici, attività ecc.

Spesso si afferma che i bambini plurilingui presentino delle difficoltà e dei ritardi nell’imparare a parlare e che parlino poco.

È al contempo vero e falso. È vero se si fa riferimento al numero di parole che il bambino conosce in una sola lingua, ma è falso se si prende in considerazione l’insieme delle lingue. Ad esempio, un bambino monolingue di tre anni conterà fino a 10, mentre un bambino plurilingue probabilmente si fermerà a 5, ma conterà fino a 5 in diverse lingue. Alla fine ci si rende conto che il bambino plurilingue conosce più parole. Non è quindi in ritardo, tutt’altro.

Non dimentichiamo che il vocabolario di ogni individuo si sviluppa grazie alla lettura.

Più si legge, più si imparano parole nuove.

Per questo non ci siamo mai preoccupati per nostra figlia. Non ci importava che lei a tre anni parlasse meno dei suoi compagni di classe. Certo, ci è stato consigliato di accantonare le altre lingue e ci è stato segnalato come la bambina costruisse le frasi in maniera un po’ confusa. Sappiamo bene come la gente abbia la critica facile, a maggior ragione quando si fa qualcosa che va al di là degli schemi.

Cosa abbiamo fatto?

Molto semplicemente, abbiamo ignorato queste persone! Il plurilinguismo è un’opportunità ed è sinonimo di apertura mentale. Ed è vero, diventare plurilingue non è immediato e no, non lo si diventa in automatico. Abbiamo accompagnato nostra figlia. Essere un bambino plurilingue non è semplice. Quando si sentiva frustrata perché non riusciva a esprimersi correttamente noi l’abbiamo sempre rassicurata e incoraggiata.

Enfant plurilingue : les librairies, un lieu magique
Tappa obbligatoria di ogni viaggio: le librerie

Ma come ci siamo riusciti?

Abbiamo letto tantissimo insieme a lei. Ma non solo. Abbiamo viaggiato, abbiamo trascorso del tempo con le nostre famiglie nel Regno Unito e in Francia. In poche parole, le abbiamo fatto comprendere l’importanza delle lingue: comunicare con la sua famiglia, giocare con i cugini e le cugine, incontrare altri bambini all’aeroporto e poter giocare con loro, visitare un museo. Una volta consolidata la conoscenza orale, abbiamo integrato poco a poco con la lettura. Per l’inglese, Adam ha utilizzato il metodo fonetico di Biff, Chip & Kipper, mentre per il francese ho seguito il metodo sillabico di Boscher.

Abbiamo deciso di cominciare a insegnarle a leggere all’età di cinque anni, in modo che in prima elementare la bambina potesse concentrarsi sullo spagnolo. All’inizio della scuola sapeva leggere alcune frasi in inglese e francese e soprattutto riconoscere i suoni di queste due lingue. Durante una riunione con la maestra in prima elementare, abbiamo deciso di comune accordo di sospendere l’apprendimento della lettura in inglese e francese per dedicarci in tutto e per tutto allo spagnolo. Nel secondo quadrimestre sapeva leggere in spagnolo. Alla fine dell’anno scolastico, era in grado di leggere un libro in spagnolo in completa autonomia.

Enfant plurilingue : sa première collection de livres
La prima serie: i libri di Rasi di
Begoña Oro

È sempre cresciuta in una casa piena di libri e ci ha sempre visti leggere. Questa è una delle chiavi per trasmettere ai bambini la passione per la lettura, non nascondiamocelo! È così che la libreria Picasso di Granada è diventata uno dei suoi negozi preferiti e la sua stanza si è trasformata in una biblioteca.

All’età di 6 anni parlava spagnolo, inglese, francese e italiano e leggeva fluentemente in spagnolo.

E la lettura nelle altre lingue?

Lì c’è stato bisogno di insistere. Ma attenzione, non in maniera autoritaria. Non l’abbiamo mai forzata, soltanto accompagnata. Esattamente come per l’espressione orale, abbiamo dovuto farle comprendere l’importanza della lettura nelle altre lingue e che acquisire questa capacità le avrebbe aperto un mondo.

Bambino plurilingue: la lettura in inglese
Leggere e colorare allo stesso tempo

Abbiamo iniziato reintroducendo l’inglese. Conosceva già i suoni e studiava l’inglese a scuola ma era necessario riuscire a trovare il libro giusto, il libro che facesse scattare la scintilla. Adam si è messo alla ricerca, chiedendo consiglio alla famiglia e agli amici per sapere cosa leggessero i loro figli. Ha mostrato a nostra figlia le copertine dei libri e letto i riassunti insieme a lei. L’ha guidata. E ha funzionato. Il primo vero libro che ha letto in inglese è stato Baby Aliens Got My Teacher di Pamela Butchart.

Da quel momento ha iniziato a leggere sia in spagnolo che in inglese. In maniera fluente, senza alcuno sforzo, alternando a suo piacimento. Leggeva ciò che le capitava sotto mano.

E il francese in tutto questo?

Dopo lo spagnolo e l’inglese abbiamo ripreso la lettura anche nella nostra amata lingua di Molière, con tutte le sue difficoltà. Avevo recuperato i miei vecchi libri della Bibliothèque Rose da casa di mia madre, che mi sembravano perfetti. Ma mi sbagliavo, per due motivi principali: primo, non era stata nostra figlia a scegliere il libro e secondo, il francese utilizzato aveva un che di antiquato. Non leggeva volentieri. Finché ero io a leggere per lei, le piaceva, ma quando arrivava il suo turno, si bloccava e si lamentava delle difficoltà della lingua: le liaison, i suoni, bla bla bla.

Lettura di fumetti
Lettura di Tom-Tom et Nanà sul treno

Ho lasciato stare per qualche mese. Poi l’ho iscritta a J’aime lire (la versione francese di Vitamina) e a Images Doc (rivista francese per bambini sull’attualità simile a Focus Junior) e abbiamo ripreso la lettura attraverso questo doppio abbonamento. E ha funzionato. Grazie a J’aime Lire ha scoperto Tom-Tom e Nanà e l’universo dei fumetti: Asterix, Topolino, Spirou e Fantasio e soprattutto Tintin! Ha letto l’intera serie di Tintin nel giro di pochi giorni!

E l’italiano?

L’apprendimento della lettura in italiano è stata facilitata dal contatto con le diverse baby-sitter madrelingua. In questo caso il fatto di sapere già leggere in spagnolo ha rappresentato un enorme vantaggio: è stato infatti sufficiente imparare a riconoscere qualche fonema che presenta delle differenze nella pronuncia (per esempio, ch che si pronuncia k). Adora leggere Topolino in italiano.

Lettura in una libreria a Milano
In una libreria – Zona Navigli a Milano

Ecco come nostra figlia ha imparato a leggere in quattro lingue. Non è stata una passeggiata e molte persone hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’impresa: le due nonne, mamie e nanny, che l’hanno sempre incoraggiata, e le diverse baby-sitter italiane, inglesi e francesi. È stato un vero e proprio lavoro di squadra. Avremmo potuto lasciare stare e concentrarci unicamente sulla lettura in spagnolo.

Ma abbiamo voluto darle la possibilità di tuffarsi e immergersi in un mondo plurilingue che andasse oltre la mera capacità di comunicazione orale.

Oggi i risultati sono tangibili. Attraverso la lettura il suo vocabolario si è arricchito enormemente in ogni lingua e sta scoprendo che dietro alle parole si celano intere culture. Mi racconta per ore e ore delle avventure di Tintin, del Capitano Haddock e del Professor Tornasole. Grazie alla lettura abbiamo potuto affrontare alcuni temi come il colonialismo e approfondirne altri come la conquista dello spazio.

Quale sarà il prossimo passo?

Mi piacerebbe leggere Harry Potter in versione originale insieme a lei (il sogno di ogni fan che si rispetti). Per il momento si rifiuta perché dice che fa paura. Il giorno in cui mi dirà “Mamma, leggiamo il primo capitolo insieme”, so già che non potrà fare a meno di continuare a leggere da sola non appena ci gireremo dall’altra parte! La nostra bambina plurilingue è letteralmente diventata una divoratrice di libri.

E la più piccola?

Per il momento siamo nella fase dei versetti e dei gorgoglii. È esposta a quattro lingue. Come abbiamo fatto con la sorella maggiore, cercheremo di insegnarle a comunicare e a leggere nelle diverse lingue. E come per la sorella maggiore, non la forzeremo. Può darsi che dovremo modificare il nostro metodo in futuro. Chi lo sa? Il percorso di apprendimento è diverso per ogni individuo, proprio come ogni bambino. Ed è giusto che sia così.

Traduzione Traduzione

Traduzione : Lettera aperta ai clienti

  • 26/08/201919/05/2022
  • da Coralie Neuville

In un mondo in cui la comunicazione è sempre più veloce e il dialogo è e deve essere istantaneo, la traduzione di un sito web rappresenta il biglietto da visita di un’azienda.

Tuttavia, è necessario stare attenti! Molti pensano che un traduttore non sia necessario e si chiedono perché spendere soldi per una competenza quando Internet offre traduttori online gratuiti.

Purtroppo questo approccio è il motivo per cui leggiamo traduzioni senza senso.

Facciamo un esempio molto semplice ed efficace.

Siete in vacanza all’estero, ma non parlate la lingua del Paese. Andate al ristorante, il cameriere, con un grande sorriso, porta al tavolo il menù che, però, non è nella vostra lingua. Vorreste ordinare, ma vi sentite a disagio: non capite una parola di quello che c’è scritto. Cosa pensate in quel momento? Vi guardate intorno: l’ambiente è accogliente e piacevole, i camerieri sono gentili, c’è un buon profumo, i piatti sono ben presentati.  In sostanza, il ristorante ha investito soldi per offrire un prodotto di qualità (il cibo) in una bella confezione (l’arredo e il servizio), ma le istruzioni per l’uso (il menu) sono incomprensibili! E tutto per risparmiare qualche euro che, considerato il risultato disastroso, è davvero poca cosa! La cucina sarà pure eccezionale, ma l’esperienza vi lascerà inevitabilmente l’amaro in bocca. Con un investimento di poco maggiore, invece, il locale vi avrebbe garantito un servizio da  ristorante stellato.

Questo è il motivo per cui vogliamo presentarvi i nostri servizi.

Siamo traduttori di grande esperienza, possiamo fare la differenza per la vostra attività e con i vostri contatti all’estero. Più che una traduzione automatica, offriamo un’interpretazione del vostro prodotto.

La nostra offerta è basata su uno scambio diretto: a seguito di un primo contatto, vi forniamo un preventivo su misura, con il dettaglio dei nostri servizi.

Ciò che fa la differenza è proprio questo confronto che vogliamo stabilire con voi, per capire meglio le vostre aspettative ed esigenze. Avrete così uno spazio personalizzato per illustrarci il vostro prodotto, la vostra immagine, i vostri mercati di riferimento (ogni paese è diverso), insomma ciò che vi rende unici. In questo modo, il traduttore diventa un membro a tutti gli effetti della vostra squadra. Qualcuno di fiducia. Una persona che crede in voi e nel vostro progetto.

Cordiali saluti,

Bored With Borders

Uncategorised

Ma playlist pour l’Andalousie

  • 26/08/201916/06/2020
  • da Coralie Neuville

Ma playlist pour l’Andalousie que vous pouvez retrouver sur Spotify est une manière de vous faire voyager, de vous évader quelques minutes, de repenser à ce voyage terminé en attendant le prochain.

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Uncategorised

Clichés écossais

  • 24/08/201929/08/2019
  • da Coralie Neuville

Si on dit Écosse, on imagine un homme en kilt jouant de la cornemuse sur les berges du Loch Ness et aux pieds d’un château hanté pour des hommes en train de boire un whisky (enfin, un scotch !) et des femmes en train de tisser un tartan ! Vive les clichés écossais !

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Comment fonctionne l'école en Espagne Uncategorised

The Spanish school system

  • 24/08/201924/08/2019
  • da Coralie Neuville

If you’re planning on settling in Spain with family and you don’t want to enrol your children in an international school, here’s what you need to know:

Educación Infantil – non-obligatory ‘infant education’

Divided into two phases, from 0 to 3 years old, and from 3 to 6 years old, ‘infant education’ in Spain roughly corresponds with that in other countries, though there are some important differences.

The first phase is nursery school. While state nurseries do exist, most families will have to pay for the service, and many nurseries are privately run. Class sizes are generally small, but one nursery will vary considerably from the next, so hunt around for one that best suits your ideals.

The second phase, from 3 to 6 years old, is when school starts proper. Though the whole phase is non-obligatory, the majority of kids will start at 3, and, at 6, will be better prepared for starting obligatory education. Another reason for taking advantage of the system at this point is that, from now on, unlike nurseries, infant school is practically free, though you will have to buy some materials, and, at private schools, may be asked for a tax-deductible donation. This is not the place where you drop your kid for a few hours to get the shopping done! It’s where you children will begin to develop a routine, and learn to adapt and socialize with other children.

Educación Primaria – obligatory ‘primary school’ lasting 6 years

Primary school in Spain lasts a little more than in many other countries, taking children from 6 years old right up to 12. You’ll will find that the majority of Spanish primary schools are bilingual, most bilingual Spanish-English, although some teach French, Catalan and other languages. As well as providing direct language lessons, the approach is also to teach various other subjects and content through the second language, such as maths, sports, natural and social sciences, music, arts and craft, religion – especially in religious charter schools called ‘concertados’. Another third language is then taught later on, so that children starting with English, in a bilingual Spanish-English, may then be given, for example, French lessons, though this third language is not used as a vehicle for other subjects.

Educación Secundaria – ‘secondary school’ lasting another 6 years

Secondary education starts at 12 years old and runs right up to 18, though children can also leave at 16, walking away with the qualification of ‘Educación Secundaria Obligatoria’ (ESO), that is ‘Obligatory Secondary Education’.

Those that decide to continue can take another 2 years to work up to obtaining the qualification of ‘Bachillerato’, or ‘baccalauréat’, equivalent to a high-school diploma or set of A-levels in the UK.

À étudier

The Spanish education system is thus similar to other countries in the total number of years, though is divided up rather differently.

Timetable

For infant and primary education, there are two competing models here in Spain, depending on the region, the first from 9 am to 1 pm, and then from 3 to 5pm, and the second from 9 am straight through to 2 pm. This rather short timetable is balanced out by not having half-term holidays, and so children are in school for roughly the same total hours per year as in other countries. To accommodate working parents and extend the day out a little top and tail, there is an ‘aula matinal’, or morning class, with some basic activities, and often a ‘comedor’, or luncheon service. However, at least in Granada, many children simply do not make use of these services, but rather rely on grandparents, family and friends to take up the slack.

But what the heck do children do the rest of the day?

Extracurricular activities! In Spain, they are particularly fond of clubs and outside activities, such as extra classes of English, music, dance, football, yoga, photography, tennis, swimming … practically anything you could think of! And for parents, what does this all mean? Well, (1) running about lots and juggling the various activities of siblings, (2) making sure you or someone else is available to do (1), and (3) paying an arm and a leg for all of it! The upside of this model is that kids and parents can freely choose from an unbelievably wide range of activities. The downside is that it discriminates against poorer families, since adding up a few days a week may well tot up to around 200 Euros per month per child, not to mention the costs of petrol, transport or simply time off work.

Holidays

School runs from mid-September to mid-June, finishing earlier and resuming a little later than in many other countries. But let’s not forget Spain’s hot climate in many of its regions. For example, when school’s out in Andalusia in June, temperatures often soar well above 30 degrees Celsius. The side effect of the longer summer is less holidays in the school calendar, there being only two main holiday periods, Christmas and Easter. Children usually celebrate the last day of school on the Friday before Christmas and are back just after Epiphany, that is the 6th of January, here celebrating the arrival of the Three Kings in Bethlehem often with a street procession, hand-thrown sweets and presents at home. The Easter holidays last at least a week, sometimes more depending on the region. Added to these longer holidays are shorter national, regional, provincial and local holidays, often long weekends – off on Thursday or Friday and back on Monday or Tuesday.

Different types of school

Like elsewhere, Spain has both state schools and private, but it is also has another category, the ‘concertado’, that is essentially charter schools partly funded by the state, partly funded by the church and partly funded, to a lesser extent, by parents. At a national level, it is estimated that 65% of children are educated in state schools, 27% in charter schools and 8% in private schools. However, numbers vary greatly from region to region. For example, in Granada, the city not the province, it’s the other way round, far more children attend charter schools than state or private schools. It is important to remember that places in many charter schools, and even in some state schools, are strictly limited according to a points system that accounts for where you live, where you work, the number of children you have, and so on. So, if you live in the south of the city, you probably won’t be able to enrol your child at a school in the north.

Costs

School books usually don’t come free or cheap, though, during the last financial crisis, a book ‘cheque’, or voucher, scheme was introduced for public and charter schools. This regional government aid, which does not cover all of the required books, is given indiscriminately to all pupils enrolled at a school, though not every year. Other school materials, such as pens and pencil cases, are not supplied, and, therefore, come September, families get a long list of things to buy for each school subject in the curriculum. At charter and private schools, there are other costs to consider, some optional and others not so, such as a resident doctor service, an ad-hoc app service for communicating with teachers, school uniforms, sports kits, extra-curricular activities, early morning class, lunch, donations, and so on. Finally, charter schools will often require a separate tuition fee, much like private schools, for the last two years of prepping for a ‘Bachillerato’ diploma.

As in every country, the school system in Spain has its advantages and disadvantages. You can find further information on the education system on the website of the Spanish Ministry of Education (not yet fully translated in English). Welcome to Spain!

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Aujourd'hui, on commence la préparation pour la rentrée scolaire. En Andalousie, c'est le 10 septembre (après 7 semaines de vacs !). 1. On doit aller chercher les livres. Notre fille rentre en CE1 mais elle a un livre par matière ! 2. Acheter le matériel scolaire (on vous recommande même les marques !) sauf l'agenda que nous achèterons à l'école directement. 3. Vérifier la tenue de sport (aux couleurs de l'école), et donc en acheter une nouvelle en cas de changement. 4. Finir le planning des activités. L'école finit à 14 h et l'après-midi est consacré à une activité. 5. Trouver des baby-sitters. Une pour chaque langue. Si avec tout ça elle ne va pas à Oxford (d'où la photo), on aura échoué notre mission de parents !😂 ________________________________________________ #rentree2018 #rentree #espagne #andalousie #oxford #programme #organisation #parents #enfants #viedexpat #viealetranger #ecole #findesvacs #reprise #babysitter #temps #planning #monument #liste #architecture #universityofoxford #grenade #erasmusengranada #backtoschool #vueltaalcole #maristas #ooheecommunity

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